SPORTELLO D’ASCOLTO E FONDO LAVORO. Il bilancio di un anno di servizio sul territorio

È già passato un anno da quando, nel dicembre 2013, il Patronato Acli di Rimini ha aperto in via sperimentale lo Sportello d’ascolto “Parla con me”, poi inaugurato ufficialmente nello scorso marzo.
Obiettivo dello Sportello è offrire un supporto e un orientamento a tutti coloro che sentono il bisogno di essere ascoltati e aiutati nell’affrontare problemi come la perdita o la mancanza di lavoro, la malattia propria o di una persona cara, problematiche familiari nel rapporto genitori-figli o tra coniugi, al fine di individuare possibili soluzioni anche attraverso la collaborazione di professionisti diversi e il supporto dei servizi garantiti dal Patronato stesso.

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Lo Sportello, totalmente gratuito, è gestito da un professional counselor (a indirizzo biosistemico) volontario, la dottoressa Annamaria Semprini, che offre la propria esperienza e professionalità al fine di fornire un ascolto empatico e competente, fornire informazioni, orientare le persone per il raggiungimento della soluzione delle diverse problematiche, avvalendosi, qualora sia necessario, della collaborazione di professionisti diversi, guidando la persona verso il raggiungimento della propria serenità.
«In questo anno ho visto un centinaio di persone – dice la dottoressa Semprini –. Lo Sportello è partito un po’ in sordina, poi si è sparsa la voce e si è fatto conoscere sul territorio».
Facendo un’analisi delle problematiche ascoltate, la Semprini spiega che il 2 per cento delle persone che sono arrivate allo Sportello presentava patologie di tipo psicologico, e quindi la consulente le ha rinviate a professionisti e psicoterapeuti locali; in un altro 18 per cento si trattava di persone molto sole, senza rete amicale o familiare, per cui un colloquio di 50 minuti è stato un importante momento di sollievo per il loro disagio relazionale.
«Nell’80 per cento dei casi la problematica riguarda il lavoro – afferma Annamaria Semprini –. Si tratta di persone che hanno perso la loro occupazione, di esodati, di uomini e donne che si trovano da un giorno all’altro senza più un lavoro». Allo Sportello di ascolto sono giunti genitori che non sanno dove trovare i soldi per pagare i libri di scuola per i loro bambini, famiglie sotto sfratto, persone disperate. «Una coppia che mi ha molto colpito – racconta la dottoressa Semprini – si è ritrovata senza più lavoro e senza una casa. Si tratta di due persone sulla cinquantina, lui faceva l’operaio e lei l’impiegata. Entrambe le ditte in cui lavoravano hanno chiuso, si sono rivolti ovunque ma tutti cercavano “apprendisti con esperienza”. Senza più possibilità di pagare l’affitto, li hanno sfrattati e ora vivono in macchina».

Annamaria Semprini è anche una delle referenti volontarie per il Fondo lavoro, il servizio istituito dalla Diocesi di Rimini allo scopo di creare nuovi posti di lavoro e incentivare l’avvio di nuove attività. «La Caritas ha chiesto una collaborazione alle Acli, per aiutare nella raccolta di domande, che generalmente arrivano nei centri parrocchiali – spiega la Semprini –. Ho quindi avuto l’incarico, anche questo a titolo di volontariato, per ricevere le persone che vogliono fare domanda per accedere al Fondo. Ho incontrato 120-130 persone che mi sono state mandate dalle varie strutture della zona, e le ho aiutate a compilare il modulo. Anche tramite questo canale sono arrivate persone disperate, che mi hanno raccontato la loro vita, i loro problemi, la preoccupazione di non riuscire a dare da mangiare ai figli».
«A tutte queste persone spiego che facendo domanda al Fondo lavoro non si ha la certezza di trovare un’occupazione. Non voglio dare false speranze, però è una porta aperta», dice Annamaria Semprini. (m.a.)

Allo Sportello d’ascolto “Parla con me”  ed al Fondo lavoro si accede tramite appuntamento