25 APRILE, donne partigiane a Rimini

In occasione del 25 aprile, Festa della Liberazione italiana dal nazifascismo, il Coordinamento Donne Acli di Rimini ha preparato un testo in cui si ripercorre la vita di due donne partigiane del nostro territorio, facendo una ricerca su fonti storiche locali e nazionali.

Per la rottura di un problematico accordo di collaborazione con la Gioc, emanazione dell’Azione Cattolica, che dal 1946 avrebbe dovuto formare i giovani da “passare” poi alle Acli, si costituisce nel 1949 dunque precisamente 70 anni fa, anche Gioventù Aclista fino a quel momento condotta da Lorenzo Silipigni. Il primo congresso si svolge ad Assisi dal 26 al 29 giugno 1949. “Gioventù Aclista – si legge nella scarna ed ermetica mozione finale del congresso – costituisce il movimento qualificato per la direzione integrale della gioventù lavoratrice nei riflessi di ordine morale-sociale, per la risoluzione di tutti i suoi problemi e per la sua rappresentanza unitaria nella Nazione”. Nella mozione si afferma anche “la necessità di una autonomia funzionale del Movimento Giovanile nella unità delle Acli”. Una gioventù nuova per un nuovo mondo ha come titolo il giornale. Un mondo nuovo grazie anche alle nostre donne e uomini della Resistenza. Da sempre le Acli hanno combattuto per la libertà affiancando i nostri partigiani, sostenendoli e aiutandoli. Purtroppo molti partigiani aclisti di Rimini sono deceduti, sono in strutture protette o si sono trasferiti. Ma oggi 25 aprile noi del Coordinamento Donne Acli di Rimini vogliamo ricordare due partigiane donne riminesi a cui sono state dedicate rispettivamente un parco e una via:

OLGA BONDI (o BIONDI)

Il 25 luglio 1922, alle 5.40, muore Olga Bondi, di ventuno anni. Era rimasta ferita il giorno prima da colpi di pistola sparati da un gruppo di fascisti. Era iscritta insieme al fratello Alieto alla Federazione giovanile comunista, costituitasi a Rimini prima del Congresso di Livorno, fu uccisa dai fascisti nel borgo San Giovanni, durante un attentato al fidanzato, l’anarchico Nello Rossi. L’assassinio ebbe luogo nel clima di violenze, provocazioni e minacce innestate in città dalle squadre fasciste che obbligarono la Giunta socialista a dimettersi il 7 luglio 1922, segnando con ciò la vittoria del fascismo a Rimini, definita da Mussolini una “testa di ponte” per la penetrazione nelle Marche, in una Romagna ancora ostile. Il giornale cattolico “L’Ausa” ne annunciò la morte in ospedale con un trafiletto dedicato ai decessi della settimana. Il silenzio sull’omicidio fu l’eloquente testimonianza di una situazione in cui la conquista delle strutture sociali e democratiche era ottenuta dai fascisti anche attraverso le aggressioni. La sera del 24 luglio 1922 una decina di squadristi armati di bastoni e rivoltelle percorre Borgo San Giovanni. In via XX Settembre sul lato opposto di Palazzo Ghetti  qualcuno spara a Olga Bondi e Nello Rossi. Olga muore il giorno dopo in ospedale. Nello Rossi resta ferito gravemente, ma si salva.

ELISA MINI IMOLA

Elisa Mini Imola (Rimini, 10 aprile 1906 – 27 febbraio 1993)

Un fermo antifascismo aveva unito Elisa Mini e il marito Romeo Imola, di professione muratore. Un ideale che lui pagò con continue aggressioni e il confino a Ventotene, e avrebbe spinto lei, rimasta vedova con tre figli piccoli, a partecipare alle “operazioni di guerra” nella 29a Brigata GAP nella zona di Forlì, dal 13 novembre 1943 fino al 22 settembre 1944, all’indomani della liberazione di Rimini. Una scelta di coraggio e generosità riconosciuta dai numerosi attestati: la Croce al merito di guerra come “partigiana combattente”, rilasciata dall’esercito nel 1960, il riconoscimento del suo contributo alla lotta nazionale, da parte del Comandante generale delle Brigate Garibaldi Luigi Longo, nel 1975, e il Diploma d’onore come “combattente per la libertà” rilasciato dal Presidente Sandro Pertini, nel 1984.

Al di là dell’impegno nell’opposizione civile, le donne sono parimenti importanti nella lotta armata partigiana: non sono state solo staffette, sono state combattenti armate nelle bande extra-urbane, membri dei GAP e delle SAP in città e nelle fabbriche, addette ai fondamentali servizi logistici.  La Resistenza è stata anche una battaglia al femminile.  Oggi il testimone passa alle giovani donne e uomini che ogni anno celebrano il 25 aprile. Resistenza, Ieri, oggi e sempre per combattere per i diritti, per l’uguaglianza, per l’ambiente, per un mondo più umano, nuovo E più gusto. Rispetto al ruolo delle donne scrive Angelo del Boca, partigiano, scrittore e storico: “Le donne nella Resistenza sono ovunque. Ricoprono tutti i ruoli. Sono staffette, portaordini, infermiere, medichesse, vivandiere, sarte. Diffondono la stampa clandestina. Trasportano cartucce ed esplosivi nella borsa della spesa. Sono le animatrici degli scioperi nelle fabbriche. Hanno cura dei morti. Compongono i loro poveri corpi e li preparano alla sepoltura. Un certo numero di donne imbraccia le armi. […] Tuttavia le donne non hanno ottenuto quei riconoscimenti che meritavano”. Noi donne acliste vogliano ricordarle tutte e riconoscere il valore portato nella Resistenza. Oriana Fallaci ha scritto: “Non si può fare la rivoluzione senza le donne. Forse le donne sono fisicamente più deboli, ma moralmente hanno una forza cento volte più grande”.

Il Coordinamento Donne ACLI di Rimini

(fonti foto e biografie: Archivio Storico Rimini e Toponomastica al Femminile Comune di Rimini)