La macchina dei sogni degli OPERATORI GRAFICI del CENTRO ZAVATTA

Una macchina apparentemente come tante altre, con l’unica differenza che nelle bottiglie che escono una volta inserita la moneta, si trovano aforismi, scritti, poesie e disegni pensati e realizzati dalle studentesse e dagli studenti del corso per “Operatori grafici” della Fondazione Enaip Sergio Zavatta di Rimini.

L’opera è in mostra dal primo giugno nell’ala moderna del Museo della Città, alla presenza della vicesindaca con delega alle politiche educative, Chiara Bellini, del direttore dei Musei di Rimini, Giovanni Sassu e di Vittorio Betti, presidente della Fondazione Enaip S. Zavatta.

«Bottigliette riciclate che una volta aperte mettono in contatto chi le riceve con i nostri sogni, i nostri pensieri, paure e sogni. L’idea ci è venuta guardando una vecchia macchina automatica inutilizzata, di quelle che distribuiscono bottigliette di acqua e bibite – spiegano le studentesse e gli studenti del corso “Operatori grafici” della Fondazione Enaip di Rimini –. Abbiamo pensato che la nostra scuola possa rinnovarsi anche nel modo di proporsi all’esterno, facendo conoscere il Centro Zavatta a tutti, abbattendo gli stereotipi che vedono il nostro come un contesto esclusivamente “pratico”, sottovalutandone la portata umanistica, artistica e relazionale. Noi siamo più di quel che si vede, noi siamo sorprendenti».

«Ho conosciuto queste ragazze e ragazzi l’anno scorso – ha spiegato la vicesindaca Bellini – e mi sono innamorata di questo progetto che, dalla concezione alla sua realizzazione, concretizza un tema a me molto caro. Parlo della scuola come luogo della creatività, del benessere e dell’ascolto, del sentirsi apprezzati nella propria diversità e particolarità. In queste bottiglie ogni ragazza e ragazzo si presenta per come è, con la propria sensibilità. Ho pensato che questa bella esperienza potesse e dovesse diventare un patrimonio di tutta la città, e cosi l’ho proposta al direttore Sassu, che ha subito accettato con entusiasmo e dato la sua disponibilità, per cui lo ringraziamo. Ho letto negli occhi di queste studentesse e degli studenti la soddisfazione nel vedere il frutto del loro lavoro posizionato in uno dei luoghi più importante della nostra città, il giusto riconoscimento al loro lavoro e alla loro passione».