ROBERT FRANCIS PREVOST è il nuovo vescovo di Roma con il nome di PAPA LEONE XIV

Eletto l’8 maggio 2025, Robert Francis Prevost, 69 anni, è il primo papa nordamericano nella storia della Chiesa. Il nuovo vescovo di Roma ha scelto il nome di Leone XIV. 

«Se è vero che già la scelta del nome è un’indicazione per quello che sarà il novo pontificato, allora non possiamo non pensare alla “Rerum novarum” di Leone XIII, la prima enciclica in cui la Chiesa affrontò le questioni sociali – così si legge in una nota della Presidenza nazionale delle Acli a commento dell’elezione di papa Leone XIV –. E poi non possiamo fare a meno di pensare che la scelta sia caduta su un tale nome anche per fra’ Leone, il più intimo amico di San Francesco, per segnare la continuità di papa Prevost con il suo predecessore. Non è stato un caso allora che il pontefice, nel suo discorso di saluto, abbia fatto così tanti riferimenti alla pace, la prima parola che pronuncia il Cristo risorto ai suoi discepoli, che è anche l’impegno per una pace disarmata e disarmante che facciamo nostro fin da ora come uomini e donne e come cristiani in cammino sinodale con tutta la Chiesa».

Di seguito, dal sito di Adnkronos :

«Il nome scelto sicuramente richiama a Leone XIII, che è stato il papa della “Rerum novarum”, sostanzialmente il padre della dottrina sociale della Chiesa, colui che ne ha rivoluzionato il pensiero. È stata proprio una porta aperta verso la giustizia sociale, partendo dalle condizioni dei lavoratori. E oggi la giustizia sociale si deve costruire a partire da un lavoro dignitoso per tutti, cosa che purtroppo dati alla mano manca in Italia ma soprattutto in tante parti del mondo. E quindi io credo che se la Chiesa deve e può partire da lì, dall’azione sociale del papato di Francesco che è stata forte». Così, con Adnkronos/Labitalia, Emiliano Manfredonia, presidente delle Acli (Associazioni cristiane lavoratori italiani), commenta l’elezione di papa Leone XIV.

Secondo Manfredonia con papa Leone XIV, «c’è una continuità del papato di Pietro, una Chiesa che è rivolta soprattutto a dare voce a chi non ha voce». E Manfredonia non dimentica l’azione sociale di Francesco «perché comunque la “Laudato Sì” e la “Fratelli tutti” riguardavano sia il tema della fratellanza umana come risposta ma anche il tema dell’ecologia integrale, e pongono le basi sul tema della giustizia sociale».

«E poi ricordo gli incontri di papa Francesco con i movimenti popolari di lavoratori auto-organizzati, raccoglitori di cartone in Buenos Aires come tanti altri. Quindi ripartire dalla dignità che dà il lavoro e dalla libertà che questo può portare credo sia fondamentale», sottolinea.

Ma non è tutto perché «Il nome scelto sicuramente richiama a Leone XIII ma anche a Leone Magno che fermò Attila, disarmato. E oggi ci sono tante barbarie da fermare. E già questo credo che sia importante. E poi per me, per la mia formazione personale, mi fa ricordare molto anche Leone, il frate amico di San Francesco d’Assisi, colui che ha scritto manualmente la Perfetta letizia, un inno all’amore sostanzialmente, all’amore misericordioso», conclude.

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