GAMBERI DI FIUME e POESIE, al Centro Zavatta presentazione dei libri di Domenico Pasini

«Mi è balzata nella mente questa idea: scrivere la “storia” della mia esistenza, di ciò che mi è capitato, di quello che ho fatto per vivere, per riflettere sul tempo passato, come è passato, cosa mi rimane. A settanta anni uno cerca ancora, se è “vivo” i perché dell’esistere, a cosa è servito il tempo trascorso: ogni suo attimo».

Ecco allora che Domenico Pasini, per tantissimi anni dipendente dell’Enaip di Rimini, ha deciso di scrivere il suo libro “Gamberi di fiume” che sarà presentato mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nei locali del Centro Zavatta. Non solo “gamberi”, però. Durante l’incontro Domenico parlerà anche dell’altra sua pubblicazione intitolata “Poesie?”, in cui sono raccolti versi in italiano e in dialetto.

Ma torniamo a “Gamberi di fiume”, un libro «che non vuole esserlo», scrive Pasini che definisce questa sua opera «una specie di scatola, un contenitore dove sono state messe storie, fotografie, immagini raccontate. Non per forza le storie sono correttamente posizionate una dietro l’altra con esatta sequenza temporale. Tutti gli avvenimenti narrati sono comunque realmente avvenuti, nulla è stato inventato».

Domenico Pasini racconta la sua vita: «Le mie giornate, specie quelle belle, come tempo meteorologico, e calde, le passo, per qualche ora pomeridiana andando a camminare. Lo faccio sia per il fisico che per lo spirito, perché il movimento all’aria aperta fa bene a tutto. Cammino nelle stradine o nei sentieri pedonali che ci sono lungo il fiume, e mi fermo qualche volta ad osservarlo, il fiume. L’acqua scorre (quando c’è); sembra quasi che non debba mai fermarsi, mai finir di scorrere. A volte il flusso dell’acqua è calmo, canterino, a volte invece l’acqua scorre impetuosa, roboante, forte, trasportando con sé sassolini e sassi grossi, pesanti. Sembra l’immagine della vita che passa. L’acqua che un momento guardo, subito dopo non è più lì, è andata avanti. E così di seguito, attimo per attimo. Ogni giorno, è un’altra acqua, un altro fiume. I sassi di ieri non sono gli stessi di oggi. È cambiata l’acqua, ed è cambiato anche il fiume».

Pensieri, immagini, ricordi, riflessioni.

«Ho messo la mia vita, i miei pensieri le mie immagini sulla carta perché non vadano persi – scrive Domenico –. Ogni attimo della vita di un essere umano ha senso, è importante; anche una virgola, un punto esclamativo o interrogativo, perché è la vita di ciascun uomo che forma la storia. Ho scritto per non dimenticare; perché nulla vada perso, neanche un pezzo delle storielle più piccole, “perché niente è più grande delle piccole cose”».