ECONOMIA CIRCOLARE, se ne parla il 5 febbraio a Rimini

Il riuso, il riciclo, lo smaltimento ecologico, l’innovazione, lo sviluppo di nuovi prodotti e processi, sono al centro dell’incontro “Economia circolare. Nuovi modelli di produzione e consumo per il territorio” che si tiene mercoledì 5 febbraio alle 17.30 nella Sala San Gaudenzo, a fianco del Duomo di Rimini.

La serata prevede i saluti introduttivi del vescovo Francesco Lambiasi e della vicesindaca Gloria Lisi. A seguire la tavola rotonda con don Pierpaolo Conti (direttore Ufficio pastorale sociale e del lavoro Diocesi di Rimini), Roberto Ossani (docente di Design della comunicazione all’Isia di Faenza), Primo Silvestri (direttore Tre, Tutto Romagna Economia), Bruno Bargellini (presidente Top Automazioni). Modera Andrea Ragazzini, chief value officer della società benefit Sara Cirone Group.

L’iniziativa è inserita in un ciclo di sette incontri che si terranno a Faenza, Imola, Ravenna, Forlì, Cesena, Rimini e Bologna per portare a una riflessione sull’enciclica “Laudato Sì” di Papa Francesco.

Il ciclo di incontri fa parte del percorso di avvicinamento all’evento “The economy of Francesco”, in programma ad Assisi il 26-28 marzo 2020.

Info: www.saracirone.com

«Il sistema industriale, alla fine del ciclo di produzione e di consumo, non ha sviluppato la capacità di assorbire e riutilizzare rifiuti e scorie. Non si è ancora riusciti ad adottare un modello circolare di produzione che assicuri risorse per tutti e per le generazioni future, e che richiede di limitare al massimo l’uso delle risorse non rinnovabili, moderare il consumo, massimizzare l’efficienza dello sfruttamento, riutilizzare e riciclare». Con queste parole Papa Francesco da sempre e a più riprese incentiva il passaggio da un’economia “take-make-dispose”, basata sull’accessibilità e lo sfruttamento di grandi quantità di risorse ed energia – un modello sempre meno adatto alla realtà in cui ci troviamo ad operare – a un nuovo modello di economia pianificato per riutilizzare i materiali in successivi cicli produttivi, riducendo al massimo gli sprechi.

Il passaggio all’economia circolare
Occorre dunque promuovere l’economia circolare e un approccio che miri a ridurre lo sfruttamento delle risorse, e a incentivare il riutilizzo e il riciclo. 

Lo spreco e l’innovazione
«Lo spreco è l’espressione più cruda dello scarto. L’economia, nata per essere “cura della casa”, è diventata spersonalizzata; anziché servire l’uomo lo schiavizza, asservendolo a meccanismi finanziari sempre più distanti dalla vita reale e sempre meno governabili». Il passaggio a un’economia circolare, dunque, non è più rimandabile: è necessario favorire modelli di crescita basati sul riuso, il riciclo, lo smaltimento ecologico, l’innovazione e lo sviluppo di nuovi prodotti e di nuovi processi, affinché si sviluppi un pensiero incentrato sull’uomo e il suo territorio che porti a maggior equità sociale e rispetto dell’ambiente.

Il goal 12
La promozione di un’economia circolare è in linea anche con il Goal 12 degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda ONU 2030 rispetto al quale il Rapporto AsVis 2019 ha registrato in Italia un sensibile miglioramento dovuto soprattutto a progressi nell’indice di circolarità della materia e nella percentuale di riciclo dei rifiuti, oltre che alla costante diminuzione del consumo materiale interno per unità di Pil.
Nello stesso Rapporto AsVis è stato sottolineato come, dal punto di vista della produzione responsabile, sia fondamentale accelerare la transizione verso un’economia circolare attraverso l’innovazione dei modelli di produzione delle imprese.

Soluzioni concrete per il bene comune
Occorre dunque al più presto mettere in atto quelle soluzioni che possono condurci ad adottare modelli di vita e di consumo volti alla sobrietà, capaci di favorire la fioritura e la permanenza della vita nel futuro e di sviluppare il bene comune dell’intera società.