CODICE ROSSO. I reati di violenza di genere e la pena carceraria. Il 3 dicembre tavola rotonda

La Direzione della Casa Circondariale di Rimini, le Acli e il Coordinamento Donne Acli di Rimini, la Fondazione Enaip S. Zavatta Rimini organizzano una tavola rotonda sul tema

CODICE ROSSO. I REATI DI VIOLENZA DI GENERE E LA PENA CARCERARIA. Cosa cambia dopo l’introduzione della legge 69/2019 e il ruolo della riabilitazione durante la detenzione”, che si terrà venerdì 3 dicembre alle ore 10 al Museo della Città (Sala del Giudizio) per riflettere sui reati di violenza di genere assieme all’amministrazione pubblica, ai cittadini e alle associazioni della città.

L’incontro ha l’obiettivo di fare conoscere la vigente normativa sia nazionale sia internazionale in tema di violenza di genere, fornire esempi e casi di studio per la comprensione del fenomeno, fornire strumenti per la prevenzione della recidiva degli autori di violenza.

L’evento ha ottenuto il patrocinio del Comune di Rimini e la collaborazione delle associazioni Dire Uomo, Rompi il silenzio e Coordinamento Donne Rimini.

Dopo i saluti delle autorità, interverranno alla tavola rotonda Antonella Paloscia, direttrice del Carcere di Rimini e presidente del Comitato Pari Opportunità, sul tema “Autori e vittime di violenza in una prospettiva criminologica” e Gabriele Celli, commissario di Polizia penitenziaria e comandante del reparto CC di Rimini, su “Analisi del comportamento criminale”. Sono previste le relazioni anche di rappresentanti del Comando dei carabinieri di Rimini e della Questura. Per quanto riguarda le associazioni coinvolte, prenderanno la parola lo psicologo Vincenzo Vannoni di “DireUomo” spazio di ascolto per uomini maltrattanti, e l’avvocata Veronica Magnani di “Rompi il silenzio” Centro antiviolenza.

Modera l’incontro Stefano Rossini di Icaro Tv.

Ingresso libero con Green pass obbligatorio

L’attuale e grave fenomeno della violenza sulle donne (stalking, maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale, pedofilia, revenge porn, sfigurazione del volto, femminicidio), impone una piena consapevolezza del ruolo che devono svolgere gli operatori della giustizia e del sociale.

In particolare il sistema penitenziario ha il difficile e delicato compito di rendere l’esecuzione penale un’occasione di ripensamento, di presa di coscienza della gravità delle lesioni fisiche e psicologiche inferte alla donna e di offrire agli autori di questi reati l’opportunità di uscire dalla violenza, al fine di prevenire la recidiva.

La legge 69/2019 cd “Codice rosso” ha accelerato l’attività giudiziaria e di polizia per questi fatti a maggiore tutela della incolumità delle vittime e ha introdotto nell’ordinamento penitenziario un trattamento psicologico ad hoc per i condannati per queste violenze sulle donne, da realizzare in sinergia con i servizi del territorio.

Si pone quindi al mondo del carcere l’esigenza di agire localmente, a partire dagli istituti penitenziari, per costruire una rete soprattutto con i Centri di ascolto maltrattanti e gli altri organismi e servizi che se ne occupano.

È importante che il maltrattante sia preso in carico subito per costruire, fin dal suo primo ingresso nel carcere, un percorso clinico, psicologico, culturale; un percorso che grazie a una presa di coscienza lo aiuti a controllare la rabbia, miri al recupero sociale e assicuri così una efficace tutela alle vittime reali o potenziali al momento della sua scarcerazione.

Il Protocollo d’intesa contro la violenza sulle donne a cura della Prefettura di Rimini sottoscritto il 23 marzo 2021 da Forze dell’ordine, Autorità giudiziarie, alcuni Comuni limitrofi e Casa Circondariale di Rimini è un esempio di tale volontà di integrazione degli interventi, come anche l’impegno della Direzione della Casa Circondariale Rimini nel realizzare momenti di formazione e confronto con gli operatori del settore ed i cittadini.