CI HA LASCIATO MONS. GIUSEPPE CELLI, parroco di San Vito e del circolo Acli San Vito

Domenica 26 aprile è deceduto mons. Giuseppe Celli, parroco di San Vito e del circolo Acli San Vito.

Nato a Santarcangelo di Romagna il 28 marzo 1941, mons. Celli da tempo era afflitto da una gravissima malattia. Era stato ordinato sacerdote il 26 giugno 1965 per imposizione delle mani dal vescovo Emilio Biancheri. Era diventato cappellano a Riccione, e poi a San Vito il 25 settembre 1978, per poi diventarne parroco il primo dicembre del 1979. L’anno scorso a San Vito ha fatto una grande festa per i suoi 40 anni da parroco. Amato dalla gente per il suo stile di uomo e di sacerdote, era molto partecipe alla vita del presbiterio diocesano. Anche malato partecipava agli incontri con i confratelli, compresa l’ultima Tre Giorni a Pesaro dell’estate 2019.Si è molto adoperato per valorizzare la storia umana e di fede di padre Pasquale Tosi, che proprio da San Vito a fine ‘800 aveva mosso i primi passi del suo apostolato nelle Montagne Rocciose e Alaska. Nel gennaio 2018 don Giuseppe e la parrocchia di San Vito avevano ricordato i 120 anni dalla morte di padre Pasquale Tosi, pubblicando anche un volume, “Padre Pasquale Tosi gesuita sanvitese evangelizzatore delle Montagne Rocciose e dell’Alaska”, frutto di una ricerca approfondita del giovane riminese Michele Tombesi, per la tesi di laurea.


La settimana scorsa mons. Celli ha avuto in ospedale un incontro con il vescovo Francesco Lambiasi, dal quale ha ricevuto anche l’unzione degli infermi, bella conclusione della sua vita di prete e di credente. In quell’occasione don Giuseppe ha consegnato al Vescovo un messaggio per i confratelli preti, in cui emerge l’intensa spiritualità del sacerdote.
“Caro Vescovo, rileggendo tutto il rotolo del mio cammino, io posso solo ringraziare il Signore di tutto e per tutto della mia vita. Non ho da recriminare né da rimpiangere nulla, nulla… Non so quanto manca al ‘capolinea’, ma sento di stare agli ultimi chilometri… Ti prego di ringraziare i Confratelli per la stima e l’affetto con cui mi hanno circondato… Chiedo scusa per quanto non ho fatto a beneficio della ‘famiglia’ del presbiterio… Certamente ne ho ricevuto di bene, più di quanto non ne abbia fatto… Ringrazi i nostri preti in particolare perché non solo mi hanno sostenuto con le ‘chemio’ delle loro preghiere, ma mi hanno anche aiutato a pregare…”.