
Lunedì 21 aprile alle ore 7,35 è morto papa Francesco.
Nato il 17 dicembre del 1936 a Buenos Aires, Jorge Mario Bergoglio è stato eletto papa il 13 marzo del 2013. Il 265esimo successore di San Pietro è stato il primo pontefice latino-americano, il primo gesuita e il primo che ha assunto il nome Francesco.
Ha riformato in profondità le finanze vaticane, ha ridisegnato l’organigramma vaticano e, a differenza dei suoi predecessori, ha insistito su questioni come le diseguaglianze economiche, l’accoglienza dei migranti e il cambiamento climatico. (fonte: la Repubblica)
Papa Francesco è stato il primo pontefice ad avere nominato una donna a capo di un dicastero vaticano.
Il commento di Emiliano Manfredonia, presidente nazionale delle Acli, subito dopo la notizia della morte di Francesco:
«È un giorno triste in cui ci sentiamo tutti più soli ma non possiamo fare altro che ringraziare Dio per il grande dono per l’umanità che è stato papa Francesco.
Noi aclisti conserveremo indelebile il ricordo delle due udienze che ha voluto dedicarci, nel 2015 e nel 2024, e in particolare in quest’ultima, avvenuta per l’ottantesimo anniversario della nostra associazione, ci ha lasciato la descrizione di un diverso stile della nostra azione quotidiana, che sia insieme “popolare, sinodale, democratico, pacifico e cristiano” in modo da “crescere nella familiarità con il Signore e nello spirito del Vangelo, perché esso possa permeare tutto ciò che facciamo e la nostra azione abbia lo stile di Cristo e lo renda presente nel mondo”.
Ci lascia all’indomani della Pasqua che ha voluto ardentemente celebrare, ci lascia con l’estremo appello alla pace, che nasce dal disarmo dei cuori, delle parole, delle mani: sappiamolo raccogliere, lo sappiano raccogliere anche i potenti del mondo. È stato proprio un papa delle Acli. Fino all’ultimo è stato testimone di forza e coraggio nella fragilità della malattia che vedevamo tutti.
Preghiamo perché i sentieri che lui ha aperto continuino a essere battuti con coraggio e dedizione, sapendo, come Francesco ci ha insegnato, che è più importante avviare processi che occupare spazi».
LA CHIESA DI RIMINI PIANGE PAPA FRANCESCO E LO AFFIDA ALLA MISERICORDIA DEL PADRE
Il vescovo Nicolò Anselmi, a nome dell’intera Diocesi, si unisce al dolore della Chiesa universale e alla preghiera fiduciosa nella Risurrezione, grato per il dono di un Papa buono, coraggioso e pieno di speranza. Lunedì 21 aprile alle ore 19 si è tenuto il santo Rosario e alle 19.30 la Messa in Cattedrale.
Le parole del vescovo Nicolò:
«Oggi Dio Padre ha chiamato a sé papa Francesco. Il Santo Padre ha concluso il suo pellegrinaggio terreno: ha svolto con fedeltà e amore il compito che lo Spirito Santo gli aveva affidato, e ora riposa nella casa del Padre, in Paradiso.
Per tutta la Chiesa e per il mondo intero, la morte di papa Francesco rappresenta un momento di grande dolore, ma anche di profonda gratitudine. Rendiamo grazie a Dio per averci donato questo papa per dodici anni: ha guidato la Chiesa con coraggio, lucidità e verità, sempre con uno sguardo di misericordia e attenzione verso i più fragili, i poveri, gli ultimi, i dimenticati.
La liturgia ci ricorda che per otto giorni è sempre Pasqua: e allora il fatto che papa Francesco sia salito al Cielo nel giorno della Risurrezione di Cristo ci parla di vita, più che di morte. La sua anima vive nella luce eterna e continua ad accompagnarci con la preghiera e l’amore.
Nel suo pontificato ha saputo aprire strade nuove, come quella del Giubileo della Speranza, voluto con forza per l’anno 2025: segno concreto di una Chiesa che non smette di sperare, di camminare, di credere nell’Amore che salva. Questo Giubileo, che continuiamo a vivere, sarà anche il suo testamento spirituale, la sua eredità viva.
Siamo certi che lo Spirito Santo, come ha sempre fatto, saprà suscitare pastori capaci di proseguire il cammino di bontà, giustizia e pace che Papa Francesco ci ha indicato con la sua vita, le sue parole e i suoi gesti.
Grazie, papa Francesco. Grazie per averci mostrato il Vangelo vissuto, con umiltà e tenerezza. Dio ti ricompensi con l’abbraccio eterno della gioia».
LE ACLI DI RIMINI
In varie occasioni gli aclisti riminesi si sono recati a Roma e hanno incontrato papa Francesco. Tra i tanti, segnaliamo l’incontro di don Giampaolo Rocchi, in udienza col seminario regionale il 9 dicembre del 2019. «Conservo ancora nella memoria le sue parole di incoraggiamento e stima al ritorno di uno dei viaggi di volontariato in missione in Mexico con la scuola – ricorda don Giampa –. Gli consegnai un calendario fatto dai ragazzi del liceo ed ebbi un minuto per parlargliene… Ricordo nitidissimo di questo sguardo luminoso e gioioso che esprimeva la sua forte “paternità”. Con stima e gratitudine, R.I.P. papa Francesco».
