ROSABIANCA BOCCHINI è salita al cielo

Sabato 2 febbraio è deceduta improvvisamente la nostra cara Rosabianca Bocchini. Da circa un anno, come volontaria, gestiva con grande professionalità lo sportello “Colf e badanti” delle Acli di Rimini, a cui si dedicava con profonda sensibilità.

Nel numero di Natale 2018 del nostro giornalino “La Voce del Lavoratore” avevamo pubblicato una intervista a Rosabianca, che qui di seguito riproponiamo. Cogliamo l’occasione per comunicare che i cittadini interessati ai servizi offerti dallo sportello “Colf e badanti”, possono rivolgersi alla Segreteria delle Acli di Rimini, tel. 0541 784193.

 

Da “La Voce del Lavoratore”, dicembre 2018

Sportello Acli “Colf e Badanti”, un utile servizio per famiglie e lavoratrici

 

209 contatti e 126 lavoratrici collocate. Questo il bilancio, a metà novembre, di Rosabianca Bocchini che da marzo 2018 cura lo Sportello Colf e Badanti, attivo alle Acli di Rimini.

«Il mio lavoro consiste soprattutto nel parlare con le donne che vengono allo sportello per offrirsi come badanti, colf o babysitter – spiega Rosabianca –. Cerco di conoscerle il più possibile per riuscire a segnalare la persona giusta alla famiglia che fa richiesta di un servizio. Non è facile».

 

Badanti, colf e babysitter, qual è il servizio più richiesto?

«Colf e babysitter non vengono più richieste, ma solo badanti a tempo pieno. Credo dipenda dal fatto che con la crisi degli ultimi anni, le famiglie hanno meno soldi e quindi non cercano aiuto domestico o per i bambini, mentre hanno bisogno di qualcuno che le sollevi dall’occuparsi di anziani spesso molto impegnativi».

 

Le persone che si offrono sono italiane o straniere?

«Sono quasi tutte donne straniere che provengono dall’Est Europa, specie Moldavia e Romania. C’è anche qualche italiana, ma come dicevo la richiesta delle famiglie è oggi di badanti a tempo pieno e ovviamente le italiane non accettano questo tipo di offerta perché vivono nella loro famiglia».

 

Le straniere sono disponibili per questo servizio?

«Anche le donne straniere hanno delle richieste. Vogliono che la casa in cui vanno a lavorare sia vicina al centro, perché nelle due ore di riposo giornaliero a cui hanno diritto (dalle 14 alle 16) si vedono con le amiche, e quindi desiderano poter raggiungere con facilità questi punti di ritrovo, che sono quasi sempre all’Arco d’Augusto e nel parco limitrofo».

 

Rosabianca, il suo lavoro è mettere in contatto le aspiranti badanti con le famiglie che hanno bisogno di questo servizio. Come funzionano questi abbinamenti?

«Io faccio solo da tramite, da collegamento. Alle famiglie spiego sempre che le badanti devono essere messe in regola, hanno diritto alle ferie ecc., però so che a volte queste mie indicazioni non vengono seguite. Mi è anche capitato il caso di una donna che beveva e che per questo è stata licenziata, oppure di una badante che voleva mangiare (comprando a sue spese) cibi diversi da quelli che dava all’anziana che accudiva, ma la famiglia non ha accettato e l’ha licenziata».

 

Che età hanno in media le badanti?

«Dai 40 ai 60-65 anni, poi c’è qualche giovane donna che è venuta in seguito al ricongiungimento familiare con il marito che già era in Italia, ma in questo caso si tratta di persone non disponibili a trasferirsi a tempo pieno a casa di un anziano/a, proprio perché hanno una loro famiglia. Ci sono anche le rifugiate che però non hanno esperienza e quindi è più difficile anche perché hanno permessi di soggiorno temporanei».

 

Quali sono generalmente le richieste delle badanti?

«Oltre alla vicinanza con il centro città, come dicevo prima, le badanti non vogliono lavorare con anziani che hanno l’Alzheimer, che non si alzano dal letto da soli (in questo caso chiedono il sollevatore) e preferiscono se i figli non sono troppo vicini per evitare un controllo che in qualche caso considerano troppo assillante».

 

E da parte delle famiglie?

«Molti anziani fanno fatica ad accettare un’estranea in casa, che tocca le loro cose, apre i cassetti ecc. Una difficoltà che aumenta se non hanno mai avuto una colf o qualche aiuto domestico. Da parte mia faccio il possibile per capire chi ho di fronte, quando una donna si presenta per cercare lavoro come badante. In questo mi aiutano anche dal Patronato, segnalandomi se una persona è stata licenziata in precedenza o ha avuto problemi».

 

 

Ciao Rosabianca, una preghiera e un pensiero affettuoso da tutti gli amici delle Acli.