L’ORDO VIRGINUM RIAPRE IN DIOCESI:Marina Venturi di Savignano domenica 28 ottobre in Basilica Cattedrale è la prima “nuova” consacrata

Comunicato Stampa Diocesi di Rimini

Il messaggio del Vescovo, la storia dell’Ordo

In occasione della prima consacrazione dell’Ordo Virginum a Rimini, il Vescovo Francesco Lambiasi ha inviato il seguente messaggio.

Carissimi,

ho la gioia di annunciarvi che anche nella Chiesa di Rimini, come ormai in gran parte delle diocesi italiane, rinascerà l’antico Ordo delle vergini, un’articolazione piccola ma significativa della Chiesa locale, che risale fino ai tempi apostolici.

Il Concilio Vaticano II, volendo promuovere tutte le ricchezze spirituali delle Chiese particolari, ha invitato noi vescovi ad accogliere con gioia il dono della vita consacrata, sbocciata e cresciuta nelle nostre Diocesi e per le nostre Diocesi, e ha perciò restituito al Popolo di Dio anche l’antichissimo Rito di consacrazione delle vergini.

Accogliendo la richiesta di Marina Venturi, al termine del suo percorso formativo e di discernimento attuato in Diocesi, sono lieto di annunciarvi che domenica 28 ottobre consacrerò in Cattedrale la prima donna dell’Ordo virginum della Chiesa di Rimini.

Invito perciò tutte le comunità a partecipare a questo momento ecclesiale e a non far mancare a Marina e a tutta la nostra Chiesa la vostra preghiera.

 + Francesco Lambiasi, Vescovo di Rimini

 

Marina Venturi

Nata a Savignano sul Rubicone nel 1958, attualmente vive con la mamma e la sorella. Lavora nel negozio di cartoleria e giocattoli della famiglia, dove ha modo di incontrate tante famiglie e intessere relazioni. Tutto il tempo libero lo dedica alla Parrocchia di Santa Lucia, dove è catechista e ministro straordinario dell’Eucaristia, alla preghiera e all’amicizia.

Affascinata dal Gesù che veste gli abiti di Francesco d’Assisi, sceglie di seguirlo nell’Ordine Francescano Secolare a cui tutt’ora appartiene. Conosciuto il carisma dell’ordo virginum, nel 2008 chiede al vescovoLambiasi di iniziare il percorso di discernimento e di formazione per essere consacrata come vergine nellae per la Chiesa di Rimini. «Ho capito che il Signore mi chiamava alla vita consacrata – raccontava qualche tempo fa – dall’amore grande che mi infondeva  per la Chiesa. Il carisma dell’ordo virginum, infatti, non è solo la verginità, ma anche la diocesanità e la laicità. Il mio sì a Gesù è anche un sì alla Chiesa, Sposa di Cristo. Nella Chiesa trovo ogni risorsa per un cammino di santità: la Parola, il magistero e tutta la sua stupenda spiritualità. Ricordo che Paolo VI, prima di diventare pontefice, scriveva: “Se faccio della Chiesa la mia maestra e madre, la mia sorgente, la mia regola, la mia vita, il mio spirito, la mia gioia, il mio entusiasmo, cosa non mi sarà possibile?”. Essere consacrata nell’ordo virginum   per me significa che la Chiesa di Rimini e il suo Pastore riconoscono che quel piccolo seme gettato tanto tempo fa è ora germogliato, sta crescendo e vuole donare i suoi frutti».

 L’ordo virginum finalmente anche a Rimini

 

L’antico ordine delle vergini, già presente in 110 Diocesi italiane con più di 450 consacrate e 200 in formazione, rinasce finalmente anche a Rimini. Ogni Chiesa particolare ha il suo ordo virgimum e, nelle sole Diocesi dell’Emilia Romagna, sono oltre 25 le donne consacrate.

La storia. L’Ordo virginum è una forma di vita consacrata che risale ai tempi della Chiesa primitiva, in cui alcune donne, per un particolare dono di Dio, sceglievano di vivere come Gesù: in donazione totale al Padre e agli uomini, ossia vergine. Oggi, purtroppo, questo termine ha perso il suo antico significato, ma è in questo senso che viene usato nella scelta di questa forma di vita. «Ordo», inoltre, non indica un ordine religioso, ma un gruppo di persone che nella Chiesa sono accomunate dal fatto di aver ricevuto la consacrazione verginale, così come costituiscono un ordo i diaconi (ordo diaconorum), i presbiteri (ordo presbiterorum) e i vescovi (ordo episcoporum) per il fatto che hanno ricevuto il sacramento dell’ordine nei suoi diversi livelli.

Nei primi secoli le vergini vivevano nelle proprie case, si dedicavano alla preghiera, alla catechesi e all’annuncio, al lavoro e ai poveri. Mentre gli ordini maschili (vescovi, presbiteri e diaconi) si sono conservati fino ad oggi, l’ordo virginum è andato scomparendo in concomitanza alla nascita dei monasteri e delle famiglie religiose, per cui esso può considerarsi il germoglio da cui sono sbocciate le diverse forme di vita consacrata;il Concilio Vaticano II ha ripristinato questo antichissimo ordine femminile e il suo Rito, volendo restituire alla Chiesa tutte le sue originarie articolazioni.

Consacrata nella e per la Chiesa diocesana. La vergine è consacrata dal Vescovo e pronuncia un proposito di verginità, che implica la praticaeffettiva dei consigli evangelici (povertà, castità e obbedienza). Non si distingue dagli altri: vive nella propria casa (sola, in famiglia o con altre consacrate), lavora per mantenersi, è impegnata in parrocchia o in altre realtà ecclesiali e prega con tutti gli altri fedeli. Pur non avendo né regole né costituzioni, stabilisce in accordo con il Vescovo la sua regola personale.

La consacrazione è definitiva, valevole per tutta la vita, precludendo ogni prospettiva di nozze umane; con essa la vergine viene incorporata nell’essere stesso della Chiesa diocesana e assume il compito di rappresentarla con il suo essere vergine sposa di Cristo, figlia del Padre, sorella e madre dei figli di Dio.

La spiritualità. I tratti caratteristici della sua spiritualità sono tre: la sponsalità, che è la scelta di Cristo come unico Sposo, per cui lo ama, desidera i suoi stessi sentimenti e condivide il suo stile di vita; la laicità, perché vive nel mondo come sale e lievito nella pasta, per cui si mantiene con il proprio lavoro e condivide con i suoi fratelli le gioie e i problemi della vita; la diocesanità, perché è radicata nella Chiesa locale e si pone al suo servizio.

Il servizio. Il primo e principale servizio è la sua vita donata a Cristo. Tale servizio si rende manifesto nellacoerenza al Vangelo, nella preghiera incessante per la Chiesa e nella carità quotidiana. Nello stare davanti a Dio e nell’avere uno sguardo attento alle necessità dei fratelli (soprattutto degli sposi), si compie la sua vocazione. In accordo con il Vescovo può dedicarsi all’attività pastorale nel tempo libero o a tempo pieno, a seconda dei suoi carismi e delle necessità della Chiesa.

Il rito. La consacrazione è pubblica e solenne; in essa viene manifestato liturgicamente l’amore della Chiesa (simboleggiato dalla vergine) a Cristo (simboleggiato dal Vescovo) di fronte a tutta la Chiesa locale; per tale ragione il Vescovo diocesano è il ministro di questa consacrazione e il rito si compie in genere in cattedrale. Con l’imposizione delle mani, la vergine riceve una nuova effusione di Spirito Santo, nella quale Dio prende possesso della sua persona, la rende partecipe della consacrazione di Cristo al Padre e la pone in grado di adempiere alla sua vocazione: donarsi totalmente a Dio e essere “segno” del Suo amore per gli uomini.