CARO VITO, il ricordo di Maurizio Bartolucci

Vito Brussolo, presidente delle Acli provinciali di Rimini, è scomparso il 6 febbraio 2018.

Vito Brussolo

Caro amico, i ricordi volano lontano nel tempo.
Allora il Circolo Acli di Rimini centro in Via Dante era un coacervo di attività che nel sociale trovavano senso e significato.
Lungo il corridoio, al primo piano, tre uffici tra loro contigui: quello delle Acli, dei Maestri Cattolici, e della Gioc erano punti di riferimento nel territorio riminese per una autentica riflessione sociale e politica tesa a suscitare nella società sentimenti di sensibilità per un’azione improntata sulla dottrina sociale della Chiesa.

Chi attraversava quei corridoi sentiva di ragionare di democrazia, di solidarietà, di giustizia e di libertà. E noi giovani, allora, ci appassionavamo, ci sentivamo amici impegnati nel sociale pronti a declinare la parola “solidarietà”.
Caro Vito, ricordi le discussioni che facemmo, gli impegni che prendemmo, i ragionamenti sgranati intorno alla scrivania della Giovanna, perenne segretaria, perché fu proprio lei a spronarci a entrare, da protagonisti, dentro la passione per le Acli e per le tre fedeltà a cui si richiamavano: alla Chiesa, alla democrazia, al mondo del lavoro.
Erano e sono ideali che hanno fatto parte della nostra formazione, della nostra azione, dei nostri comportamenti nel quotidiano.

Tu, con il tuo impegno, hai espresso il senso autentico della parola “solidarietà” che è attenzione verso l’altro, verso l’alterità, verso l’incontro con l’altro: con il tuo impegno hai incarnato nel percorso della tua vita e declinato con la testa e con il cuore cosa significa essere aclisti impegnati nel Movimento.
E tu lo sei stato dopo aver attraversato le articolazioni delle strutture delle Acli, esercitando con responsabilità il tuo impegno fino ad assumere quello di Presidente Provinciale.

I tuoi collaboratori avevano difficoltà a seguirti nelle mille iniziative che tu eri capace di mettere in campo: sei stato un campione di efficienza, nonostante la malattia, cristianamente vissuta, un vulcano di iniziative sempre in difesa di chi esprimeva disagio e bisogno, giovani lavoratori, disoccupati, anziani, donne maltrattate, pensionati, ecc.
Encomiabile Presidente, marito e padre esemplare, hai e avrai perenne il riconoscimento e il ringraziamento di tutti gli Aclisti riminesi che sull’onda lunga del tuo esempio continueranno a intensificare la loro presenza attiva coniugando quei valori che hanno giustificato le origini del Movimento e ai quali tu hai fatto costante riferimento. Un forte abbraccio da un vecchio amico.
Maurizio Bartolucci

 

 

 

Storia di Vito

Vitantonio (Vito) Brussolo nasce nel novembre 1947 a Rimini da una famiglia semplice: il padre, maresciallo dell’Aeronautica militare e la madre casalinga.
La sua era una famiglia da cui si è sempre sentito amato e dalla quale spesso attingeva ricordi, raccontando aneddoti della sua infanzia serena che gli aveva consegnato le basi di quella che sarebbe diventata una fede forte e sincera.

L’incontro di Vito con le Acli avviene nel primo Circolo delle Acli a Rimini Centro, sorto subito dopo la guerra negli spazi della confraternita di San Girolamo nella sede di via Dante.
Fu allora, nell’ormai lontano 1969, che Vito entrò da protagonista e con passione nelle Acli riconoscendosi nelle tre fedeltà a cui si richiamavano: la Chiesa, la democrazia, il mondo del lavoro.
Ideali che hanno fatto parte della sua formazione e dei suoi comportamenti nel quotidiano per il resto della sua vita.

Valori che Vito riportò nel suo lavoro in Telecom, l’azienda nella quale operò per più di 30 anni e nella quale si fece amare da tanti colleghi, molti dei quali trascinò a loro volta nel volontariato all’interno delle Acli. Durante quel periodo Vito fu anche attivo rappresentante sindacale cercando di incarnare nel mondo del lavoro quei lavori propri della Acli a cui sempre si richiamava.

Gli stessi valori che ha condiviso con la sua amata sposa Paola che si unì a lui nel settembre del 1979.
Con lei ha costruito la sua bella famiglia, benedetta dall’arrivo del prezioso figlio Marco nel 1982.
Una famiglia molto unita, che ha sempre preso parte al mondo che Vito era in grado di costruire dovunque si impegnasse.
Una famiglia che è cresciuta nella fede, la stessa che Vito ha continuamente alimentato grazie anche allo stretto rapporto che aveva con don Luigi Tiberti e alle attività del settore della Pastorale Sociale diocesana.

Ma è certamente nelle Acli che il suo impegno è stato determinante. Qui oltre alle mille iniziative che ha ideato e concretizzato, ha ricoperto vari ruoli.
Ha guidato da presidente lo storico Circolo Rimini Centro. Con il Circolo ha organizzato incontri di formazione, gite, pellegrinaggi, corsi di ogni tipo.

Ha prestato il suo servizio come presidente del Patronato impegnandosi anche a livello regionale.
Ha dato vita a tantissime esperienze, tra cui si ricordano l’apertura della sede riminese della Lega dei Consumatori di cui è stato presidente provinciale e consigliere nazionale, il Servizio di Acli Colf,
la Federazione Anziana Pensionati.
Fino a divenire Presidente Provinciale delle Acli di Rimini nel marzo 2016.

Il suo spirito d’iniziativa, la sua visione del movimento, la sua presenza costante sono state l’anima stessa degli uffici di Via Circonvallazione Occidentale, 58.
I suoi collaboratori raccontano che era quasi difficile tenere il suo passo, seguirlo nelle mille iniziative che era capace di mettere in campo, giovane nello spirito, più dei giovani che lo accompagnavano e soprattutto sempre proiettato nel futuro, risoluto nel perseguire i traguardi prefissati.

Vito amava un proverbio africano e lo citava spesso: “Se vuoi arrivare primo corri da solo. Se vuoi andare lontano cammina insieme”. Credeva nelle Acli come “arcipelago” di associazioni e servizi relativamente autonomi, ma inseriti in un organismo unitario nel proporsi ai cittadini, per facilitare l’inclusione di tutti. Riteneva la formazione e il lavoro gli obiettivi principali da perseguire per la tutela dei più deboli e degli emarginati, e propugnava un forte rinnovo dell’azione sociale con il coinvolgimento di tutto il sistema Acli, cercando di coinvolgere i giovani, a cui garantire spazi e risorse.

La sua grande figura dall’andatura un po’ dinoccolata, dovuta alla sua altezza imponente, che entrava in ufficio ogni giorno con il suo zainetto sulle spalle e che lo faceva sembrare un ragazzino troppo cresciuto, era una certezza per tutti.

CIAO Vito.